mix esplosivo di trap, grime, dubstep, rap & dancehalll
Iniziamo col fatto che Mudimbi si chiama realmente così, Michel Mudimbi. Di origini italo-congolesi, nato e cresciuto a San Benedetto Del Tronto inizia con il rap attorno al 2000 e, per sua stessa ammissione, impiega “circa 6 anni prima di riuscire a scrivere una rima decente”.
Nel 2013 pubblica la traccia e il video di “Supercalifrigida”, che immediatamente spopola su trapmusic.net e da lì arriva fino a Radio Deejay, la quale chiede a Mudimbi di realizzare un jingle per il programma condotto da Albertino, Asganaway, proprio sulla base di “Supercalifrigida”. Michel, che a quei tempi lavorava come meccanico, decide di dimettersi e dedicarsi, finalmente, a tutti gli effetti, alla musica.
Nel 2014 debutta col suo primo Ep intitolato M, caratterizzato dalla presenza di diversi generi musicali, e un nuovo videoclip per il primo singolo estratto “Balb & Tando”.
Mudimbi non solo è autore di tutti i suoi testi, ma è anche il creatore di un immaginario fantasioso e supercolorato a cui da vita curando personalmente tutti i suoi videoclip: uno dei migliori è senz’altro “Pistolero” prodotta da Elisa Bee.
Il 23 marzo 2001 pubblica il suo album d’esordio Michel lanciato da un importante operazione mediatica che ha visto i muri delle principali città italiane tappezzati dalle foto che rappresentavano lo stesso Mudimbi all’età di sette mesi. Nel 2017 uscirà il suo primo album ufficiale.
L’album si presenta in un formato molto particolare accompagnato dalle illustrazione di Maicol&Mirco, noto fumettista concittadino del rapper. Il 9 febbraio 2018 la Warner ristampe Michel in una nuova versione arricchita da due singoli e supportata da un gioco da tavolo ideato da Mudimbi stesso.
Nel dicembre 2017 passerà le selezione di Sarà Sanremo grazie alla canzone “Il mago” con il quale arriverà terzo nella sezione “nuove proposte” e vincendo il Premio Assomusica per la miglior performance.
Niente a dire, tutto il mio rispetto; racconta la storia dell’uomo “contraddizione”, fustigato e castigato dalla sorte non solo -anzi non proprio perché ha origini congolesi- perché straniero in Italia.
Lui parla dell’italiano o, in senso più esteso di chiunque e ovunque viva un qualsiasi malessere.
Può farlo e ne ha tutto il diritto.
Non solo lui, però; il mondo è pieno di artisti che hanno la loro da dire, sia con canzoni che con poesia o con altre espressioni d’arte.
Prendo il testo della sua canzone presentata a San Remo; un testo di denuncia o di nascondimento? Si manifesta attento a non tradire la gente, che da uno che vive male vuol sentirsi dire soltanto la verità e goderne dei suoi guai. Forse è vero, ma forse no; o meglio non è proprio così, perchè al mondo ci sono pure persone che sanno condividere la sofferenza altrui.
E’, si un lamnto: Il conto in banca all’osso, però quel “che nemmeno i macellai”… forse non corrisponde al vero, perché i macellai appartengono a una categoria che se la passa bene.
Tra le insulse parole del testo (troppe le insulse), poi spicca qualche verso di rilievo Bevo il bicchiere mezzo pieno finché mi ubriaco che in tutta probabilità nasconde un significato tutto da scoprire; leggere il resto, con i riferimenti a personaggi per me è banale, soft, inutile.
Però, questo è il mondo della musica, lavora per scovare personaggi che devovo produrre reddito e vengono lanciati forse con mancanza di rispetto verso chi la musica la concepisce come una “sacralità”.
Ma il rap è questo: Rima a tutti i costi, ripetitività cantilenante e poi ritmo e un po’ di canto.
Sono i giovani che preferiscono questi generi un po’ meno impegnativi, meno musicali, meno drammatici o quanto meno sdrammatizzati.
Testi di canzoni a confronto
Qui metto il testo della canzone di Mubindi:
Il mago
C’è chi mi chiede: Mudimbi, come stai?
Se rispondo tutto bene, poi mi chiede come mai?
La gente guarda male se non sei pieno di guai
Meglio dire son vegano e sto anche in mano agli usurai
Faccio ciò che posso, non vivo a Dubai
Ho un conto in banca all’osso che nemmeno i macellai
Vivo la realtà, senza mentirmi mai
La mia dolce metà sembra la copia di un bonsai
La mia vita va che una favola-la
Non c’è niente che mi preoccupa-pa
Risolvo ciò che c’è da risolvere-re
E compro una vocale per rispondere
Va-come va, va-come va, come va
Va bene anche se male
Va-come va, va-come va, come va
Il trucco è farla andare
Bevo il bicchiere mezzo pieno finché mi ubriaco
E poi svanisco in un sorriso… come fa il mago
Il mago, il mago, voilà
Il mago, il mago
A complicare, siam tutti esperti
A esser felici, siam tutti incerti
La verità sta tra due concetti
Finché la barca va e Orietta Berti
Quindi sto sereno
Navigo tra le bollette
Rischio pure le manette
Canto queste canzonette
Evito chi si permette
Anche di mettermi alle strette
Vuole pure le mie chiappe
Le pretende fatte a fette
Mi godo la vita
Come un bimbo con una matita
Come Rambo con un mitra
Come Cita una Ciquita
Vincerò questa partita
Ci scommetto la coolita
La strada va in salita ma non sento la fatica
Perché
La mia vita che una favola-la
Non c’è niente che mi preoccupa-pa
Risolvo ciò che c’è da risolvere-re
E compro una vocale per rispondere
Va-come va, va-come va, come va
Va bene anche se male
Va-come va, va-come va, come va
Il trucco è farla andare
Bevo il bicchiere mezzo pieno finché mi ubriaco
E poi svanisco in un sorriso… come fa il mago
La mia infanzia è stata dura come tante
Senza padre e con il pieno di domande
Nonstante questo è andata alla grande
Ringrazio mia madre per le sue parole sante
Figlio mio, la vita è dura, lo confesso
Proverà a metterti in ginocchio troppo spesso
Tu sorridi lo stesso
Magari domani ci svegliamo
Tutti e due sotto a un cipresso
Va-come va, va-come va, come va
Va bene anche se male
Va-come va, va-come va, come va
Il trucco è fall’andare
Bevo il bicchiere mezzo pieno finché mi ubriaco
E poi svanisco in un sorriso… come fa il mago
Il mago, il mago voilà
Il mago, il mago c’est moi!
Writer(s): P. Miano, M. Zangirolami, A. Bonomo, A. Bavo, F. Vaccari, M. Mudimbi
Il confronto
E QUESTA E’ LA MIA
Una canzone di denuncia che credo rappresenti a chiare lettere e senza mezzi termini quello che accade oggi; delinquenza e violenza rafforzate dalla condizione di povertà e degrado che affligge la società.
Ma il buon senso è il suggerimento che si legge nel testo.
Alla fine, è meglio sopportare la povertà, trovare altre vie per sopravvivere piuttosto che finire in galera.
La mia musica dal vivo
TITOLO – SOTTO LA PANCA, LA CAPRA (autore di testo e musica Gianni Nachira)
(Parlato nell’intro)
VI RACCONTO LA STORIA DI UN UOMO VERACE,
DI DOVE FOSSE NESSUNO LO SA.
AVEVA UNA CAPRA SOTTO LA PANCA
E QUALCHE SOLDINO MESSO IN BANCA.
(Cantato)
SONO NATO DA DONNA, GRAZIE AD UN UOMO,
HO RISO ED HO PIANTO STRETTO AL SENO DI MIA MADRE.
HO VISTO LA LUNA, HO ACCESO LE STELLE,
HO GUARDATO NL SOLE PROPRIO IN PIENO MEZZOGIORNO.
HO LASCIATO LA CASA CHE ERO UN RAGAZZO,
MI HANNO DATO LE ARMI, QUELLE VERE DELLA GUERRA.
HO USATO LA TESTA, NON HO MAI SPARATO,
HO SCELTO IL DIALOGO, NON L’USO DELLA FORZA.
MA, CHE VUOI, VA COSI’,TU ED IO,
SIAMO GLI EROI, SIAMO GLI EROI
E L’ITALIA LO SA.
SI, PERO’, CHI DI VOI CI DARA’
UNA MEDAGLIA SE DI MEDAGLIE
NON CE N’E’ PIU’.
Intermezzo
SIAMO STATI INGANNATI, CI HANNO FOTTUTO,
MAFIE DI TURNO, SPIE E LAMPIONI SOPRA I TETTI.
TU FIRMI CAMBIALI, IPOTECHILA CASA,
POI LA LEGGE TI DICE CHE LA DEVI CONSEGNARE.
FINISCI PER STRADA, NON HAI DA MANGIARE,
NON SAI COME FARE, SENZA SOLDI NON PUOI STARE.
UN’ARMA CI VUOLE PER FAR LA RAPINA,
TI SCAPPA LA MORTE, QUESTO E’ IL PREMIO DELLA SORTE
MA, CHE VUOI, VA COSI’, TU ED IO
SIAMO COGLIONI, STIAMO COI BUONI
MA SOPRA LA PANCA.
SI, PERO’, NON CI STO, NON ANDRO’
NELLE GALERE, SOPRA LA PANCA
LA CAPRA CREPA..
(Parlato in ending)
FINISCE LA STORIA DELL’UOMO INFELICE.
IN PRIGIONE, IN PRIGIONE LUI TROVA LA PACE.
MA SI………..LUI STA MEGLIO LA’.
Non mia intenzione esprimere un pensiero di confronto. Lascio al lettore ogni considerazione. Bisognerebbe ascoltarle entrambe per valutare differenze tra testo e musica. La differenza però sta nell’impatto musicale, poiché IL MAGO è musicata da professionisti e scritta da altrettanti nomi conosciuti; SOTTO LA PANCA LA CAPRA è musicata con il solo supporto di una tastiera e con una registrazione priva di strumentazione professionale.
E' presto detto: Da lavoratore, una volta raggiunta la pensione, sono riuscito a prendere in mano il sacco dove per anni sono state rinchiuse le mie passioni in campo artistico. Non è stato facile, perché l'età e l'impossibilità di farlo a tempo debito hanno parlato chiaro: "NON PUOI". Al ché io ho risposto: "Ma davvero?" Allora mi sono cimentato a fare teatro, a fare musica. FARE, CREARE, senza mollare e nonostante le difficoltà che la vita ancora oggi mi pone ad ostacolo, proseguo imperterrito sfidando il fato che da quasi sessant'anni mi assegna una sorte avversa. In questo mio sito ho messo insieme una parte di me e continuerò a farlo perché rimanga traccia di una storia di vita forse banale, ma comune a molti.